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Per quanto strano possa sembrare, prima del volume che qui si presenta non esistevano studi organici sulla lingua di Benedetto Croce, cioè del massimo prosatore del secolo trascorso, se non per accenni o affondi parziali; e questi sono per lo più puntati sullo stile del pensatore. In questo libro l'Autore, Davide Colussi, ha spogliato sistematicamente dieci fra le opere maestre di Croce, integrando i dati risultanti con spogli parziali di tante altre, ed ha avvolto il tutto in una rete stretta di riscontri con le abitudini linguistiche di Otto e Novecento, quali risultano da studi, attentamente e largamente utilizzati, su questo o quello aspetto o autore, ma in molti casi procedendo lui stesso a rilevamenti a tappeto: come nel caso, importantissimo naturalmente per Croce, di De Sanctis, o in quello di Gentile. E delle opere di Croce ha scrutinato e valutato le varianti formali da edizione a edizione, che com'egli osserva vanno in genere assieme a robuste revisioni concettuali, e che comunque non sembrano in totale modernizzanti. Ne deriva che il presente lavoro non è solo un'analisi compiuta della lingua dell'importantissimo pensatore ed erudito, ma è anche un capitolo fondamentale di storia della lingua italiana fra Otto e Novecento, lungo e anzi al di qua e al di là dell'arco temporale che il grande vecchio ha vissuto.